Niccolò Poppi

Wine Storytelling

Raccontare il vino attraverso immagini e parole

Il modo di raccontare il vino è cambiato negli ultimi anni!
In realtà è necessario sottolineare che è cambiata tutta la comunicazione: adesso è necessario creare o far emergere una storia che prenda, raccontare sensazioni familiari, portare il pubblico dentro quello che potremmo definire un sogno.
Non tanto tempo fa per creare una una pubblicità funzionale era sufficente realizzare una bella foto still life e pensare ad un “claim” efficace; ma oggi soprattutto per piccoli e medie aziende la regola fondamentale è INCURIOSIRE.
La parola d’ordine, per chi si occupa di immagine e comunicazione come me, è esattamente “curiosità” e nasce dall’esigenza di mettere in evidenza il marchio o il brand ancora prima del prodotto.

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Arrivare al cuore

Nel mio lavoro è importante creare in primis una connessione tra brand ( in questo caso produttore ) e cliente ( consumatore ) e questa connessione è legata alla percezione che il consumatore ha del lavoro del produttore dal quale ne deriva il prodotto!
In pratica arrivare al cuore di chi vuole orientarsi in questa piccola selva sempre più crescente di prodotti e produttori, soprattutto nelle micro aree geografiche del nostro territorio.
Per fare questo è necessario calarsi completamente nel clima dell’azienda produttrice, entrare nella vita di chi si affida a me per raccontare la propria storia e la propria particolarità e magari trovare insieme la propria unicità!

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Storie di vita vera

Per arrivare al cuore del consumatore/cliente non dobbiamo allontanarci troppo dalla reltà!
Le persone per mia esperienza hanno voglia di storie vere.
Oggi abbiamo fin troppo materiale social e media che ci inganna attraverso fake news e stili di vita autoreferenziali che ci portano spesso ad un appiattimento culturale. Chi segue il mondo del vino vuole percepire sincerità, passione, dedizione e necessita un racconto fedele.
Il mio approccio è quello di lavorare sulle emozioni e le sensazioni soprattuto visive supportate da parole che sappiano attingere alla memoria di chi produce per veicolarle a chi queste emozioni le sa raccogliere.

Contenuti che aiutano lo storytelling

Nel precedente paragrafo ho parlato di storie vere! Questo ci porta ad affrontare un tema a mio avviso un pò scottante perchè direttamente connesso al mio lavoro e quindi potrebbe essere scambiato per il famoso ” Tirare l’acqua al proprio mulino” anche se in effetti può fare la differenza tra efficacia o meno di una comunicazione.
Spesso mi trovo a discutere con potenziali clienti interessati, sul fatto che le immagine e quindi contenuti siano fruibili anche in modalità “made by myself” e questo è spesso giustificato da un paio di situazioni che provo a semplificare in punti A e B:

A ) Credere di avere il controllo e quindi la capacità di creare contenuti all’altezza di ciò che si vuole trasmettere, per il semplice fatto di avere una seppur minima conoscenza di social e la possibilità di sfruttare la telecamera di un buon smarphone.

B) Credere che la grandezza ( sia produttrice che di mercato ) della propria azienda non meriti di essere raccontata attraverso l’utilizzo di un professionista esterno e quindi di non giustificarne il costo.

In entrambe le situazioni trovo difficile una possibile replica in quanto penso sia importante per chi vuole vendere o farsi comunque conoscere un approccio realistico e  pragmatico.

Ad ogni modo per provare a rispondere a queste due casistiche è necessario fare un passaggio ulteriore entrando nella sfera dell’immagine mediatica alla quale siamo quotidianamente sottoposti. Oggi più che mai senza dubbio l’estetica ha un valore molto più grande e importante! Siamo letteralmente bombardati da belle immagini, grafiche mozzafiato e video pazzeschi! Questo ha abituato le nostre percezioni su ciò che è bello e su ciò che qualitativamente non raggiunge canoci estetici ai quali abbiamo alzato negli anni l’asticella.

Dopo queste considerazioni, emerge l’indiscussa rilevanza assunta dall’uso di immagini di valore nel mondo del marketing e della comunicazione, ma tale importanza acquisita nel tempo necessita di un lavoro pregresso, basato su competenze specifiche.

Insomma, non basta una semplice foto/videocamera affinché il contenuto funzioni.

 

Quanto meno non basta solo questo! Si possono ottenere dei risultati molto efficaci e di buona fattura. Si possono creare storie e feed che siano interessanti oltre che ben realizzati ma si deve pensare bene al tempo che viene tolto dal lavoro principale di un produttore o dei suoi dipendenti ( seppur giovani e di buona volontà ).
Saper programmare, alle volte creare e senza dubbio abituare la propria utenza a qualcosa che sia qualitativamente funzionale porta via tempo e risorse! Basta pensare all’importanza di un testo!

Trascinare il lettore sena fare una semplice descrizione di oggetti o azioni e cercare di trasportarlo nel proprio contesto! Non semplici didascalie in cui il rapporto tra testo e immagini deve essere paritario! Tutto questo porta via tempo e risorse.

Concludo dicendo che lo storytelling di un prodotto nasce prima dalla comprensione dell’azienda produttrice e tutti gli aspetti che sono legati al marketing sono importanti e non sottovalutabili. Avere una bella etichetta che sappia raccontare visivamente la passione che avete messo per produrre il vostro vino arriva al consumatore finale! Avere delle immagini o dei video che sappiano raccontare in modo emozionale il sentimento che c’è dietro anni di lavoro e di fatica ma anche di amore, arriva al consumatore finale!

Oggi raccontare il vino è più complesso? Si senza dubbio, ma è anche molto più stimolante.

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